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Il test del lattato

  • Enrico Basso Coaching
  • 31 gen 2023
  • Tempo di lettura: 2 min

Il lattato è un prodotto metabolico che svolge un ruolo importante nella fornitura di energia per l'esercizio fisico e può essere misurato per tracciare le prestazioni. Quando il corpo umano scompone i carboidrati, viene prodotto lattato. È un metabolita essenziale, una sostanza che il nostro corpo utilizza come carburante. Non ha alcuna parte nella fatica, come una volta pensato. Nonostante questo, la concentrazione di lattato nel sangue aumenta con l'intensità dell'esercizio, proprio come la frequenza cardiaca e la percezione dello sforzo. La quantità di lattato nel nostro sangue a varie intensità ci può aiutare a costruire un'immagine dell'efficienza metabolica di un atleta.


La misurazione del lattato durante l’esercizio può essere fondamentale per capire molte cose dell’atleta che stiamo testando: infatti, rispetto a un classico test come quello della FTP o similari, i quali individuano un solo parametro, il lattato ci permette di avere un profilo metabolico completo dell’atleta.

Esso individua:

  • Soglia aerobica (cioè il livello di esercizio al quale il corpo passa dall’utilizzare i grassi come combustibile principale ai carboidrati), questo è un parametro fondamentale da conoscere per gli atleti di endurance in quanto ci permette di performare a lungo risparmiando le scorte endogene di glucosio. E’ molto variabile in base ai soggetti e per questo le stime derivate dal test FTP non sono affidabili.

  • FATmax, cioè l’intensità di massima ossidazione dei grassi durante l’esercizio.

  • Soglia anaerobica, cioè il punto in cui il lattato inizia ad accumularsi in modo rapido e i meccanismi di smaltimento non riescono più a contrastarne l’accumulo.

  • VLa Max, è il massimo tasso di produzione di lattato nei muscoli: è un indicatore delle prestazioni del sistema glicolitico. Un alta VLa Max è vantaggiosa per uno sprinter ma non lo è per un fondista in quanto comporta un abbassamento della soglia anaerobica in relazione al VO2max.

Il test del lattato per essere svolto correttamente deve soddisfare dei requisiti base: innanzitutto deve essere individuata la durata minima degli step (in quanto il lattato non ha un tempo di adattamento rapido); in secondo luogo l’intensità deve essere adattata partendo da un basso carico soggettivo, in modo da riuscire ad individuare correttamente anche i valori sub massimali; infine vanno correlati i dati di potenza/velocità con quelli della Fc, della RPE e di tutti gli altri parametri che riesco a raccogliere durante il test.


Questa misurazione è molto utile per tracciare i miglioramenti dell’atleta nei diversi blocchi di allenamento, per esempio: se nella prima parte di stagione l’obiettivo è quello di allenare l’efficienza di corsa e la soglia aerobica, con questo test sarò in grado di valutare queste variazioni sub massimali e valutare l’efficacia del protocollo di allenamento, cosa che con un FTP o peggio un Conconi non riuscirò a fare, anzi probabilmente mi diranno che l’atleta è rimasto allo stesso livello o addirittura peggiorato.




 
 
 

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