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I FATTORI DETERMINANTI LA DELLA PERFORMANCE NEL RUNNING

  • Enrico Basso Coaching
  • 9 giu 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

I determinanti della performance del running sono principalmente il VO2max, la soglia lattacida ed il costo energetico, la somma di questi ci dà il passo di gara.


Inoltre in base alla distanza di gara il rapporto di importanza di questi fattori cambia come mostrato in questa immagine.

Quanto più corta è la gara tanto più sono importanti la componente anaerobica ed il VO2max, viceversa quanto più si allunga la gara tanto più importante diventa l’economia di corsa.

Il VO2max è definito come la velocità massima alla quale l’O2 può essere assorbito, trasformato e utilizzato durante l’attività fisica, questo valore ha una forte correlazione con la performance (gli atleti d’ élite hanno in genere un Vo2max tra i 75 e gli 85 ml/kg/min).

Ma il VO2max non è tutto, come possiamo vedere in questa immagine tratta da uno studio del 1971 di Karlsson & Saltin, gli atleti con il VO2max più alto sono anche quelli che hanno la miglior prestazione in questa prova sui 30km, ma tra 3 dei migliori atleti a parità di VO2max uno ha completato la prova in un tempo inferiore, questo è dovuto alla running economy.


La running economy è definita come il costo energetico di correre ad un’intensità sub massimale, ed è influenzata da fattori antropometrici, biomeccanici e tecnici ed in genere è migliore nei corridori di lunghe distanza.

In questa immagine abbiamo due atleti diversi con un diverso costo energetico e lo stesso VO2max, come si osserva chiaramente l’atleta con una running economy migliore (blu) a parità di velocità utilizza meno ossigeno del soggetto rosso e di conseguenza fa meno fatica e si esaurisce dopo.


Alla luce di queste informazioni è chiaro che migliorare la running economy è importante al fine di migliorare la performance, soprattutto per i runners di lunghe distanze.


Come si migliora la running economy?

Come spiegato in un articolo precedente sul mio blog, sembra che ci siano diversi fattori che in maniera diversa influenzano la running economy, quali: allenamento in altura, allenamento neuromuscolare, alto volume di allenamento a bassa intensità, pratica regolare durante molti anni.

In uno studio di Paavolainen del 1999 pubblicato sul Journal of Applied Physiology, due gruppi di runners sono stati divisi, il primo gruppo ha praticato esercitazioni di forza esplosiva alternate a sedute di endurance,

il secondo gruppo solo sedute di endurance.

Lo studio è durato 9 settimane alla fine delle quali è stato valutato il VO2 durante esercizio.

Nel gruppo di solo endurance (C) il costo energetico in termini di VO2 è rimasto invariato, nel gruppo di endurance associata ad esercitazioni di forza esplosiva (E) il costo energetico è diminuito in modo crescente nell’arco delle 9 settimane nonostante una diminuzione del volume di allenamento in termini di Km corsi a settimana. Anche nella prova cronometrata di 5km il gruppo E è migliorato rispetto al gruppo C che è rimasto costante nelle 9 settimane di allenamento.

Sono inoltre stati osservati miglioramenti anche nello spostamento a destra della curva del lattato e nell’abbassamento della frequenza cardiaca durante test incrementale (argomento che approfondirò in un prossimo articolo), con conseguente miglioramento della soglia lattacida.

In conclusione, l’associazione di allenamenti di forza e forza esplosiva a quelli di endurance migliorano la performance abbassando il costo energetico, di conseguenza l’atleta farà meno fatica a correre alla stessa velocità in seguito al miglioramento delle componenti neuromuscolari e coordinative.

Per questo ritengo importante associare agli allenamenti su strada almeno una seduta settimanale in palestra al fine di ottenere questi miglioramenti non raggiungibili con il solo allenamento di corsa.



Articolo ispirato dall'intervento di Andrew m. Jones PhD al 20° ECSS di Malmo


 
 
 

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