Allenamento in altura, come e perchè
- Enrico Basso Coaching
- 29 lug 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 13 dic 2022
In questo periodo dell’anno si sente molto parlare di allenamento in altura, ho deciso di scrivere un articolo per approfondire questa tematica e capire se può essere utile solo ai professionisti o anche agli amatori.
Iniziamo con lo spiegare che in altitudine la composizione dell’aria rimane uguale ma c’è una diminuzione della pressione barometrica, con conseguente diminuzione della pressione parziale dell’ossigeno e della saturazione arteriosa dell’O2, che provoca una condizione di ipossia all'interno delle mio cellule.
L’effetto fisiologico più importante che si registra in altura è un aumento delle capacità di trasporto dell’ossigeno dovuto sia ad un miglioramento degli apparati trasportatori di ossigeno, respiratorio e cardiovascolare, sia a modificazioni enzimatiche a livello periferico e ad una aumentata capacità di tamponamento grazie ad un miglioramento dell’equilibrio acido-base.
Inoltre c’è un aumento dell’eritropoietina, proteina prodotta dal rene, che svolge un’azione diretta sul midollo osseo aumentando la quantità di globuli rossi.
Le principali modificazioni fisiologiche prodotte dall'allenamento in altura sono:
1 aumento della capacità di trasporto di ossigeno.
2 aumento della funzione degli enzimi aerobici.
3 aumento del massimo consumo di ossigeno.
Prima di iniziare un periodo di allenamenti in altura l’atleta deve essere in ottime condizioni fisiche ed in grado di tollerare carichi di lavoro al limite delle proprie capacità aerobiche a livello del mare.
Per ottimizzare questa metodologia è consigliabile restare in altura almeno 10-15 giorni per dare modo all'organismo di creare gli adattamenti necessari, inoltre è consigliabile ripetere i ritiri in altura 2-3 volte l’anno in quanto un solo ritiro potrebbe non essere sufficiente a produrre adattamenti sufficienti a livello mitocondriale.
Si parla spesso però di soggetti “non responder” cioè soggetti che in seguito ad un periodo di allenamento in altura non sviluppano miglioramenti della performance, molti metodologhi dello sport sostengono che spesso se il soggetto non risponde bene alla metodologia dell’altura è semplicemente perché è stata programmata male o poco frequentemente non dando modo all’atleta di raggiungere i miglioramenti sperati.
L’altitudine ideale è dai 1500mt ai 3000mt, naturalmente un soggetto che non ha mai sperimentato questo tipo di allenamenti dovrà scegliere bene la location più adatta a lui onde evitare di esagerare con l’altezza ritrovandosi in difficoltà di adattamento non riuscendo ad ottimizzare la permanenza in quota.
Viste le premesse, questo tipo di ritiri sono da consigliare prevalentemente agli atleti professionisti, in quanto vanno ripetuti più volte all'anno e necessitano di almeno due settimane di permanenza in quota per ottimizzare i risultati.
Una volta terminato il ritiro in altura l’atleta dovrà attendere almeno 8-10 giorni prima di iniziare a gareggiare, in modo da fare riadattare il fisico alle temperature ed alla pressione parziale di O2 del livello del mare.

BIBLIOGRAFIA:
Il mezzofondo prolungato – G. Polizzi, M. Giaccone – CUS Palermo
L’organizzazione dell’allenamento e dell’attività di gara – V. Platonov – Calzetti & Mariucci L’Ipossia – L. Di Carmine – Letteratura Scientifica
#preparazioneatletica #altura #altitudetraining #ipossia #runningeconomy #cosrtoenergetico #ciclismo #triathlon #triathlontraining #swim #bike #run #allenamento #allenamentociclismo #allenamentotriathlon #running #test #watt #training #ironman #coach #triathloncoach #trainingpeaks #coaching #triathloncoach #riscaldamento #allenamentointermittente #HIIT #endurance #testconconi #acidolattico #VAM #soglia
Opmerkingen